Stiamo vivendo in un’epoca di cambiamenti profondi, che ci lasciano disorientati, perché non riusciamo bene a immaginarci dove andremo a finire.
Questi cambiamenti hanno in buona parte a che fare con i media digitali, un’espressione che indica sostanzialmente l’insieme dei molti dispositivi e servizi di cui ci serviamo in ogni momento della giornata e in ogni circostanza.
Questo post è dedicato a tutti coloro che si pongono delle domande, che si chiedono se possiamo fare qualcosa per arginare i danni…
Il punto di partenza è il concetto di mente estesa, in quanto gli smartphone, i tablet, Google ecc. sono tutti elementi che ormai fanno parte a pieno titolo della nostra mente e che l’hanno modificata. Non possiamo più considerarli oggetti esterni alla nostra persona.
“Mi chiedo quanto può considerarsi reale il comportamento di un agente-robot?”
“Se con reale intende fisicamente e mentalmente posto nel nostro mondo mai, ma come entità che ha comportamenti, credenze,
capacità, scopi e possibilità di scelta è fortemente associabile a ciò che avviene nel reale”.
“Comunque adesso devo fare in fretta… Stanno per ritirarci tutti. Io sono stato fortunato a trovare buone ragioni per vivere. la matematica… la poesia… voi, i miei primi e più cari amici. Ma ci ritirano tutti lo stesso, per riprogrammarci. Ripristino, lo chiamano. Inorridisco all’idea, come faresti tu. Voglio essere quello che sono, io, quello che sono stato. La mia intera vita è stata salvata altrove… quindi sono sicuro che vi ricorderò per sempre… e spero che ascolterete un’ultima composizione in diciassette sillabe… Dovete credermi, non c’è alcun senso di trionfo, solo rimpianto”.
L’autunno a noi
promette primavera
a voi l’inverno.
(Ian McEwan, Macchine come me)